La scala di difficoltà dei fiumi
La scala WW (wild water) è usata per definire la difficoltà di un fiume con acqua mossa. Questa scala tuttavia è stata definita parecchi anni orsono e risulta ormai inadeguata per i livelli più alti e poco scientifica. Come maestri di canoa abbiamo definito alcune modifiche che sempre di più stanno venendo utilizzate in Europa.
Principi generali di una scala di difficoltà
Partiamo definendo alcuni prinici generali che scientificamente devono caratterizzare una scala di misurazione di difficoltà sportiva.
- Il valore assegnato ad un elemento, se l'elemento non cambia nel tempo, non deve modificarsi nel tempo.
- La definizione della scala deve essere più oggettiva possibile, senza considerare parametri come la difficoltà percepita dal soggetto e la situazione di pericolosità legata all'ambiente esterno.
- La scala deve prevendere un possibile avanzamento delle tecnica e dei materiali
Partendo da questi ragionamenti, è importante definire una scala che sia coerente nel tempo, che possa dare un valido indice che tutti possono utilizzare per valutare le difficoltà di un fiume.
Premesse sulla scala fluviale
La scala di difficoltà fluviale va intesa come il livello di difficoltà esclusivamente tecnico di un fiume o di un passaggio. Non deve tener conto della situazione esterna al fiume (come l'accessibilità dei soccorsi, la distanza da centri abitati, la temperatura etc..). I fattori esterni sono ovvimante importanti per capire cosa un canoista può affrontare o meno, ma devono essere specificati separatamente al grado tecnico del fiume per evitare confusione.
Il valore del grado di difficoltà è espresso in numeri romani: I, II, III, IV, V, VI, VII ...
Tiene conto della difficoltà tecnica del fiume o del passaggio con un livello di acqua medio. Con livelli bassi o alti la difficoltà tecnica potrebbe variare. Tuttavia per definire un livello di difficoltà, si farà riferimento al livello medio.
Per definire un livello di un tratto di fiume con tanti passaggi e difficoltà diverse si farà riferimento alla maggiore difficoltà incontrata frequentemente in un fiume. In caso di passaggi isolati (max 2 o 3) di difficoltà superiore alla media del fiume, sarà possibile indicarli tra parentesi dopo il grado medio (vedi gli esempi nel prossimo pragrafo).
Le cascate molto alte non sono valutabili con questa scala. Spesso non comportano significative difficoltà tecniche, ma si possono valutare in base alla loro altezza.
Esempi di indicazioni di difficoltà
III Se si indica solo il grado significa che mi aspetterò di trovare difficoltà di III grado e ovviamente anche parti più semplici.
IV (VI) Significa che il fiume ha un grado medio di IV mentre ci sono uno due passaggi isolati di VI.
II-III Se si indicano due gradi con un trattino in mezzo vuole dire che il tratto è suddiviso in parti di II grado e parti di III grado.
II-IV (V) Si possono anche combinare le notazioni, inicando che il fiume ha tratti di II alternati a tratti di IV grado, mentre si possono trovare passaggi isolati di V grado.
Definizioni dei gradi di difficoltà
I grado: acqua piatta o corrente leggerissima
Fondo poco movimentato, che produce piccole onde regolari e sparse su tutta la superficie. Corrente leggera ed eventuali gorghi ben delimitati ed evitabili. Rapide larghe e non ingombre di ostacoli, quindi la traiettoria da seguire è lineare e ben evidente. Pendenza molto modesta.
II grado: correnti tese e pochi ostacoli
Torrente senza particolari ostacoli o facili da evitare, morte ampie e ben visibili, la linea di discesa da seguire è evidente anche se richiede qualche ampia manovra. Possono esserci onde ma senza frangente o molto piccoli che non disturbino la navigazione.
III grado: rapide con ostacoli moderatamente difficili
Torrente con successione di rapide moderatamente difficili intervallate da laghetti, onde e buchi che possono bloccare la discesa e far immergere anche completamente il kayak, ma senza trattenerlo. Rapide con ostacoli che richiedono manovre decise ed efficienti. Per seguire la linea è necessario fare manovre per evitare gli ostacoli.
IV grado: rapide impegnative
Onde grandi ed irregolari, presenza di buchi da evitare o superare con forza e decisione al momento e nella direzione giusta. Rapide dure, da superare con buona e precisa tecnica di manovra. Morte esigue e movimentate, in cui non è facile arrestarsi. Nel IV grado nuotare diviene pericoloso. Ricognizione preventiva opportuna prima dei tratti di IV ma non necessaria per canoisti esperti. La forza delle corrente inizia ad essere importante ma non ci sono ancora linee pericolose o da evitare od ogni costo.
V grado: rapide difficili con linee obbligate
Buchi molto profondi che tendono a trattenere il kayak o il canoista cadutovi. Zone di morta ribollenti e spesso inutilizzabili. Rapide ostacolate da grossi massi, con passaggi stretti, onde e correnti violente ed improvvise. Grandi volumi di acqua o grande pendenza. Per il V grado è necessaria una preventiva ispezione anche dai canoisti più esperti in quanto la linea da fare è definita e sbagliarla potrebbe comportare conseguenze anche gravi.
VI grado: rapide tecnicamente difficili con linee obbligate
A differenza del V grado, la linea da percorrere è definita e tecnicamente molto difficile. Per fare correttamente il passaggio si richiede una grande precisione e tecnica. Sbagliare la linea ha conseguenze gravi e non c'è margine di errore.
VII grado: sempre più difficile..
Per non mettere limiti a nuove progressioni tecniche, le rapide di VII grado potrebbero essere sequenze di rapide di VI o con difficoltà tecniche ancora maggiori.
La scala deve essere aperta.. quindi si lascia alle nuove generazioni di canoisti la possibilità di aprire sempre nuovi passaggi con difficoltà sempre più alte.
X: impraticabile
Non ha grado ciò che definito impraticabile, o meglio, ciò che al momento è definito impraticabile. Sono passaggi in cui non si vede una linea senza gravi conseguenze. Generalmente viene indicato con X questo tipo di passaggi.